Domenica 6 marzo | ore 16
Fredo Valla presenta il suo ultimo documentario
L’appuntamento si inserisce in Cuneiforme 2022 che affronta il tema dei d(i)ritti.
Chi parla la lingua d’oc sa che BOGRE non indica semplicemente un abitante della Bulgaria. Così era in antico. Poi le parole evolvono, e bogre, da secoli, ha assunto in occitano il significato di inetto, di babbeo, di persona infida che maschera la verità. Attorno al XII secolo, bogre divenne un insulto diretto ai Catari d’Occitania, colpevoli di una religione non ortodossa, simile per la dottrina a un altro grande movimento eretico europeo, quello dei Bogomili bulgari. Entrambe furono eresie dualiste, che distinguevano la creazione fra spirito e materia, attribuendo la prima al Dio Buono e la seconda a un Angelo caduto, Demiurgo o Demonio. La filiazione dal bogomilismo bulgaro al catarismo occidentale (in Germania, Francia e Italia) è la testimonianza storica di un medioevo tutt’altro che buio e immobile; le idee viaggiavano da un capo all’altro dell’Europa, dai Balcani ai Pirenei, dall’Italia centro-settentrionale alla Bosnia. Nella Francia del sud (Occitania) i roghi, le armi dei Crociati e l’Inquisizione della Chiesa di Roma posero fine a un’idea di Dio che risaliva al gnosticismo più antico e che si voleva fedele alle origini. Un’idea di Dio che predicava la pace, sosteneva l’eguaglianza sociale e – cosa inaudita a quei tempi – la parità uomo-donna. In Italia, dove il catarismo aveva potuto progredire inserendosi nella lotta fra Guelfi e Ghibellini, la fine giunse circa un secolo dopo. In Bulgaria, il bogomilismo, che dall’XI secolo si era espanso nelle terre dell’impero bizantino, ebbe gli ultimi sussulti in Ucraina e fra i monaci di Monte Athos; mentre in Bosnia, dov’era diventato religione ufficiale, si dissolse nell’Islam con l’arrivo dei Turchi.
BOGRE nasce dalla passione che fin dalla fase dello sviluppo ha animato la troupe e il gruppo di lavoro che si è creato attorno al regista Fredo Valla: in primo luogo con la CHAMBRA d’OC che ha assunto la produzione esecutiva del film documentario, poi il CIRDOC-Mediateca Occitana di Béziers, la Stefan Nojkov Foundation di Sofia, il Centro Ivan Dujčev di Sofia, ecc. Accanto a questi istituzioni e/o fondazioni, storici, studiosi, appassionati del catarismo e del bogomilismo in Occitania, Francia, Italia, Bulgaria e Bosnia: lo storico Francesco Zambon pubblicato da Adelphi, la scrittrice Maria Soresina, Lidia Floess specialista del catarismo lombardo, Anna Scattigno storica delle religioni, Axinia Dzurova direttrice del Centro Dujcev, Vasja Velinova e Gheorgi Nikolov dell’Università di Sofia, l’archeologo Kasimir Popkostatinov, Pilar Jimenez del Centre d’Etudes Cathares di Carcassonne, Philip Martel storico dell’Università di Montpellier, il poeta Joan Larzac, Franjo Saniek dell’università di Zagabria, Salih Jaliman storico dell’università di Mostar, Emir Filipovic docente di storia alla Falcoltà di filosofia di Sarajevo. Quindi l’attore Olivier de Robert, il musicista Giovanni Lindo Ferretti (nel film in veste di lettore di testi anticatari-bogomili e anatemi), l’artista ceramista Michelangelo Tallone e l’illustratrice Valentina Salvatico.
BOGRE è una storia di idee, di religioni, di viaggi, di persone e di poteri. Ed è il viaggio del regista e della sua troupe dalla Bulgaria all’Occitania all’Italia alla Bosnia per ascoltare, vedere e filmare.
Il film vuole raccontare una storia che merita di essere raccontata, perché, nella vicenda di Catari e Bogomili, nelle migliaia di roghi, nelle persecuzioni e le crociate, negli anatemi di cui furono oggetto fino a farli scomparire, possiamo specchiarci e ritrovare i grandi temi che ancora affliggono il mondo di oggi, le relazioni con “l’altro”, con “il diverso” da noi.